Etica del digital delivery su PS3, apriamo gli occhi!

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La tecnologia avanza così rapidamente che per starci dietro la giornata dovrebbe avere 36 ore. Una delle ultime novità in campo videoludico è stata il digital delivery, metodo certamente comodo… ma sono tutte rose e fiori?

Il digital delivery consiste nel distribuire videogiochi, film, libri e musica tramite internet con il download dei file richiesti, sostituendo così di fatto i supporti ottici come i dvd.
Concettualmente è un’ottima idea: si abbassano i costi per tutti, i problemi e i tempi di distribuzione sono ridotti, l’acquirente non deve muoversi da casa e non ha in giro decine di dischi. C’è la fregatura? Si, può non importare a tutti ma c’è.

Problemi pratici
Come si può pretendere di scaricare centinaia, se non migliaia, di megabyte in un paese come il nostro? Certo lo si fa… lasciando accesi pc o console per ore e ore? Diciamolo, le linee adsl in Italia fanno pena e spesso rendono le operazioni di download piuttosto lunghe e stressanti.
Uno spunto di riflessione va fatto a livello commerciale: con il digital delivery i costi per chi produce sono minimi ed il consumatore si ritrova prezzi più vantaggiosi… ma tutti quei passaggi che prevedono la copia su dvd, la confezione, la distribuzione, la vendita al dettaglio nei negozi? Si va a spezzare una fetta di commercio non indifferente, non credo faccia molto bene all’economia (e al fatturato dei piccoli negozianti).
Poi c’è l’aspetto ambiente e consumi: se non si producono dischi, confezioni o libri di carta, è vero che c’è meno materiale e meno inquinamento, ma i migliaia di server che sostengono il traffico internet? Anche quelli inquinano e consumano un sacco di elettricità. Certo non saprei farvi un paragone di quanto inquina uno rispetto all’altro, voglio solo farvi riflettere sul fatto che la distribuzione digitale via internet non è per nulla “green” come si pensa.

Problemi etici
Sapete che differenza c’è (a parte il costo) tra un videogioco, un libro o un film acquistati su supporto ottico piuttosto che scaricati da Psn, Amazon o altro?
Che nel primo caso abbiamo effettivamente comprato una copia del suddetto articolo, nel secondo è come se lo usassimo “quasi in prestito” sotto le restrizioni di licenza imposte dal venditore. Mi spiego: un gioco su bluray lo posso prestare ad un amico, rivendere a un negoziante, tenerlo come oggetto da collezione, giocarci su hardware retrocompatibile anche dopo 10 anni. Un gioco scaricato da psn è vincolato al mio account: non posso prestarlo, non posso rivenderlo, se il servizio online in questione fra 10 anni non ci sarà più e la mia ps3 si fonde, posso dire addio a ciò che ho legalmente acquistato. E’ vero che ci sono metodi di backup, di recupero dei dati tramite il proprio account in caso di problemi, ma è anche vero che per contratto io usufruisco di un servizio sul quale la casa madre ha tutti i diritti, compreso quello di interromperlo per qualsiasi motivo. Ne consegue che non abbiamo il minimo potere/tutela sui nostri acquisti.

Parentesi sul caso RE4 HD
L’idea di fare questo articolo mi è venuta con l’uscita sul psn di Residen Evil 4 HD. E’ un gioco con una certa età ma comunque che han segnato la storia della saga, quindi un porting su ps3 appare una buona idea per tutti i fan. Peccato sia stata realizzata coi piedi al fine di trarre il massimo guadagno con il minimo sforzo: Capcom ha preso la versione pc, ha convertito il codice per renderlo leggibile da ps3 e poi hanno fatto un semplice e grossolano upscaling. Niente filtri aggiuntivi, niente rifacimento delle texture, niente stabilizzazione del framerate, niente di niente. Sapete cosa accade alle texture quando si giocherella con la risoluzione senza rifarle da capo? Si impastano. Ecco cos’è RE4 HD: un porting abbozzato con contorni più definiti, grazie all’upscaling, ma con immagini impastate, da far rimpiangere l’originale versione pc.
Questo bel prodotto viene “venduto” sul psn a ben 20 euro! Se uno non ha mai avuto altre versioni di questo titolo si può dire vabbé… ma 20 euro per un restyling praticamente nullo e pure in digital delivery? Cioè senza avere una vera copia mia del gioco? Ma tenetevelo! Per non parlare di Code Veronica, ancora più allucinante: stesso prezzo e stessa non qualità, ma gioco ancora più vecchio!
Da notare la serietà di casa Capcom: ci mette anni per ogni nuovo RE (in genere tutti bei giochi, per carità!), nel frattempo guadagna soldi facili facendo porting su porting dei vecchi capitoli su tutte le piattaforme immaginabili, ci manca solo che arrivi un Resident Evil per tostapane!

Lo stesso discorso vale per musica, film, ebook… vale la pena comprare da Amazon un pdf protetto che funziona solo su un certo kindle ebook reader spendendo 15 euro, oppure conviene spenderne 20 e comprare il libro cartaceo? Nel primo caso ho la comodità della tecnologia, nel secondo ho tutti i diritti che un consumatore dovrebbe avere: il libro è mio e ci faccio quello che voglio, pure gettarlo nel camino dopo averci disegnato sopra.
Certo, forse le cose sarebbero diverse in un utopistico mondo in cui non c’è pirateria ed illegalità: i pdf non sarebbero protetti e si potrebbe copiarli e stamparli come ci pare, i giochi dal psn non avrebbero alcuna protezione e li potremmo prestare ad amici o fare una copia su disco di backup senza che ne nasca alcun commercio pirata.
Come sempre, per la disonestà di pochi ci rimettono sempre e solo tutti gli onesti.

Visto che il mondo purtroppo gira così, per quanto mi è possibile, io personalmente prediligo l’acquisto in negozio alla vecchia maniera: quei pochi euro che pago in più, rispetto al digital delivery, sono il prezzo della mia libertà e dei miei diritti, voi non credete che ne valgano la pena?

“E’ giunta l’ora amiche care ormai di chiacchierar… di cappellini di chiffon, di cavoli e di re! Di come il mare va a calor se i gatti san’ volar… orsù allegria, venite via… coi cavoli e coi reee!!!”

2 Risposte to “Etica del digital delivery su PS3, apriamo gli occhi!”

  1. MasterPJ Says:

    Concordo con te sul fatto che il mondo cambia ed è giusto così, la mia e’ una riflessione sull’attuale stato delle cose, dei pro e i contro che il commercio ricava dal dd. Inoltre questa era pressapoco una parentesi, il vero fulcro dell’argomento sono i diritti del consumatore.

  2. Sanzo Says:

    L’articolo è molto interessante e da spunti di riflessione importanti, ma c’è un errore. Si, alcuni mercati vengono tagliati fuori grazie al dd, ma questa cosa si chiama progresso ed è inevitabile. E’ ciò di cui si lamentarono i negozi di musica con gli mp3 legalmente acquistabili su internet, è ciò di cui si lamentò la manodopera quando furono inventate le macchine automatizzate, è ciò di cui si lamentò il preistorico cacciatore quando qualcuno decise di allevare il bestiame…
    Il mondo cambia e deve cambiare, volente o nolente. Il progresso della nostra società non sta nel tenere vecchi lavori (per carità, alcuni vanno anche preservati come l’artigianato), ma nell’inventarne di nuovi mentre il mondo cambia e si evolve.

    E se nel futuro il dd toglierà soldi ad alcuni centri commerciali o a catene di negozi come il game stop cosa ci sarà di male?


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